Il consigliere regionale Guccione invoca un “interno”. Stessa linea per il senatore Morra. La redazione conferma lo stato di agitazione.
COSENZA «Non vorremmo che adesso toccasse anche al Tgr Calabria. Come è successo già con la sanità, con l’Autorità portuale di Gioia Tauro dove non sono state valorizzate le competenze e le professionalità di cui la Calabria è ricca». È quanto dichiara il consigliere regionale Carlo Guccione, in merito alla nomina del nuovo responsabile della sede calabrese del servizio pubblico radiotelevisivo. Per l’importante incarico, oltre agli “interni” Riccardo Giacoia e Pasqualino Pandullo, sono in corsa anche Luca Ponzi (vicecaporedattore della Tgr in Piemonte) e Giancarlo Fiume (suo omologo in Puglia). Per Guccione, «la Rai calabrese e i calabresi hanno necessità di una guida che sia capace di conoscere e saper raccontare la complessità di un territorio come il nostro. E all’interno della redazione del Tgr regionale lavorano professionalità in grado di coordinare questa testata giornalistica così importante».
MORRA «TROPPE STRANEZZE» Sulla stessa linea il senatore pentastellato Nicola Morra , per il quale «E’ già inspiegabile e irresponsabile aver lasciato una sede così importante senza guida per quasi un anno (cosa che ha creato un clima di confusione tra i giornalisti e compromesso la qualità dell’offerta informativa del servizio pubblico) ma adesso sembrerebbe profilarsi l’ennesima stranezza. La Rai, avendo riaperto la procedura selettiva -di fatto mortificando i giornalisti che lavorano in Calabria, i quali, secondo quanto scrivono i media in questi giorni, sembrerebbero esclusi dalla designazione- potrebbe operare una scelta che favorisca un professionista proveniente da altra regione». Al riguardo, si legge nella nota di Morra che «come Movimento 5 Stelle ribadiamo la necessità che, al contrario, l’azienda nomini un professionista interno alla redazione, che conosce i problemi di un territorio così difficile. Qualora la Rai sia indirizzata verso scelte esterne, vogliamo sapere quali siano i criteri. Non è possibile che la nostra regione sia solo terra di conquista per interessi che non capiamo»
IL CDR MINACCIA LO SCIOPERO Nel frattempo la redazione rimane sul piede di guerra. «Torniamo a chiedere con forza l’immediata nomina di una guida – si legge in una nota del cdr – Vogliamo il Caporedattore, lo vogliamo subito, lo vogliamo interno; convinti che la redazione abbia le professionalità giuste per guidarla e l’esperienza necessaria per interpretare una realtà complessa come quella calabrese.In attesa di risposte, resta confermato lo stato di agitazione con possibile esito finale in uno sciopero».
Fonte: Corriere della Calabria